| *randagio* |
| | Non è un bell'argomento, visto che riguarda anche recenti episodi di cronaca, ma vorrei parlarne perché si sta facendo una disinformazione TERRIBILE sui media oltre che ci sono "sfumature" di non si parla. Come sapete, alcuni giorni fa a Modica ci sono state delle aggressioni da parte di alcuni cani "randagi" (in realtà non erano nemmeno randagi, ma sotto custodia di un irresponsabile) col risultato di alcuni feriti e un bambino morto La Stampa (rubrica La Zampa) 15/03/2009 CITAZIONE Bimbo ucciso dai cani, Enpa: "Randagismo mai affrontato"
Il presidente dell'Enpa: «Inquieta e deprime che a 18 anni dall'entrata in vigore della legge di contrasto al randagismo, le istituzioni locali non abbiano ancora affrontato con la necessaria determinazione e professionalità il fenomeno del randagismo» ROMA Sulla tragedia di Modica in provincia di Ragusa, dove un branco di cani randagi ha aggredito a morte un bambino di 10 anni e ferito un altro bambino di 9 anni e un adulto, il presidente della Protezione Animali, Carla Rocchi, ha espresso «dolore e sgomento».
«Inquieta e deprime che - ha aggiunto Rocchi - a 18 anni dall’entrata in vigore della legge di contrasto al randagismo, era il 1991, e nonostante le risorse che hanno consentito a molte regioni italiane di controllare, contenere, e addirittura superare tale emergenza, esistano ancora aree del nostro paese dove, nonostante l’impegno e la dedizione dei volontari delle associazioni, le istituzioni locali non abbiano ancora affrontato con la necessaria determinazione e professionalità il fenomeno del randagismo».
«Statisticamente - prosegue Rocchi - tale fenomeno è più vasto dove mancano piani di sterilizzazione e progetti di contenimento. Dispiace che la città di Ragusa, che aveva annunciato la volontà positiva di attuare, proprio in collaborazione con l’Ente Nazionale Protezione Animali, un piano di contrasto al randagismo, sia stata colpita da una così grave disgrazia». «L’impegno - conclude Rocchi - deve rimanere alto». La prima cosa che hanno pensato di fare le autorità locali è quella di proporre l'abbattimento di tutti i randagi. Hanno replicato le associazioni ma soprattutto c'è stato un intervento del sottosegretario alla Salute, Martini, che ha fermato gli abbattimenti. Dopotutto, dal 1991, c'è una legge che prevede che i randagi non si possano sopprimere se non sofferenti e incurabili oppure se di comprovata pericolosità (comprovata, non possibile o eventuale). La Stampa (rubrica La Zampa) 16/03/2009 CITAZIONE Enpa: "Non si torni all'abbattimento dei cani"
«Questa deriva, per cui tutto quello che non si vuole o non si è capaci di gestire deve essere eliminato è un preoccupante campanello d'allarme. PALERMO L’Ente nazionale protezione animali replica al sindaco di Scicli (Ragusa), Giovanni Venticinque, che dopo la tragedia di Modica ha suggerito di «preventivare l’abbattimento degli animali, qualora si ritengano pericolosi», e prende posizione contro quest’ipotesi.
«L’unica cosa ragionevole detta dal sindaco di Scicli riguarda la decurtazione di fondi operata dal governo nella recente finanziaria», afferma il presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, che ricorda come «la legge 281/91 ha superato l’abbattimento dei cani per un principio di civiltà altamente condiviso; il sindaco desidera tornare indietro anni luce per coprire le inadeguatezze di quelle amministrazioni che in Italia, al contrario di molte altre, non hanno fatto nulla nel tempo per osservare la legge.
«Questa deriva, per cui tutto quello che non si vuole o non si è capaci di gestire deve essere eliminato -prosegue Ronchi- è un preoccupante campanello d’allarme. La responsabilità della morte del bambino, una tragedia immane che mi spinge a rinnovare la mia solidarietà alla famiglia del piccolo, è da imputare a chi, invece di custodire e alimentare gli animali, li ha lasciati liberi sul territorio senza cibo nè acqua. In questa filiera di maltrattamenti -conclude Rocchi- per adesso risulta arrestata la persona incaricata materialmente della custodia degli animali ma, mi chiedo, con quanta leggerezza sia stato fatto un affidamento così incauto a una persona oltretutto gravata da precedenti penali specifici». La Stampa (rubrica La Zampa) 16/03/2009 CITAZIONE Martini: "Sul randagismo colpevole l'inattivismo dei sindaci"
«Stiamo studiando un provvedimento ad hoc per mettere in rete la veterinaria pubblica e privata e aumentare così la sterilizzazione dei cani randagi» ROMA «Sono costernata. Un fatto gravissimo che denota un degrado territoriale da Paese del terzo mondo, mentre l’Italia ha le strutture e i finanziamenti per fronteggiare l’emergenza randagismo». Così il sottosegretario al Welfare, Francesca Martini, sulla morte del bambino di dieci anni sbranato da un branco di cani randagi nel ragusano.
Martini punta il dito sull’«inattivismo colpevole dei sindaci del Centro-Sud». E al primo cittadino di Scicli, il paese siciliano dove si è consumato il dramma, «che parla di "tragedia annunciata", ricordo - afferma il sottosegretario all’Adnkronos Salute - le sue responsabilità nell’ambito della sanità pubblica, e il fatto di aver disapplicato, di fatto, le norme vigenti». «Il randagismo -spiega Martini - è un problema gravissimo di salute e incolumità pubblica. Ma i mancati investimenti di risorse destinate alla raccolta, alla "chippatura" e al ricovero dei randagi sta diventando un fenomeno altrettanto grave».
Una realtà, questa, estesa «soprattutto nel Centro Sud, e in Sicilia in particolare». Tant’è che il sottosegretario ha «richiesto oggi stesso un incontro con l’assessore alla sanità siciliana, che confido di incontrare in settimana». L’inattivismo dei primi cittadini su questo fronte al centro dell’incontro. «Il Comune di Modica - racconta Martini come esempio - aveva ottenuto un finanziamento di 50mila euro per l’apertura di un canile. Ebbene, non ha mai ritirato i fondi perchè non ha preparato la documentazione per ottenerli».
Abbattere i randagi è penalmente perseguibile All’indomani della tragedia di Scicli, «abbiamo investito anche i Nas - spiega Martini - della questione». Ma quella del randagismo resta un’emergenza, «soprattutto nel Meridione, dove spesso - ricorda il sottosegretario - si accompagna anche a gravissimi casi di maltrattamento degli animali».
E proprio sull’abbattimento di randagi, «di cui sento parlare in queste ore, ricordo a cittadini e sindaci - afferma il sottosegretario - che nessuno può abbattere questi animali, si tratta di un illecito grave, di un reato perseguibile penalmente».
I randagi «vanno catturati, curati e sterilizzati», tanto che «ci sono finanziamenti previsti per la loro detenzione». Tuttavia «esistono, soprattutto nel Meridione - riconosce Martini - canili che versano in situazioni allucinanti. Ma ci ripromettiamo di fare luce e chiarezza su queste situazioni».
Una partnership veterinari pubblico-privato «Stiamo studiando un provvedimento ad hoc per mettere in rete la veterinaria pubblica e privata e aumentare così la sterilizzazione dei cani randagi». Attraverso «convenzioni» si punta ad aumentare quello che «è già un servizio pubblico», nonchè una «pedina fondamentale» per «tamponare l’emergenza legata al randagismo».
Sarebbero ben 600 mila i randagi che gironzolano nel Belpaese, e il ministero del Welfare vuole puntare a un «gioco di squadra» tra pubblico e privato, «perchè la sterilizzazione - spiega Martini - gioca un ruolo chiave in questa partita».
Il sottosegretario, tornando su un’ordinanza emanata l’estate scorsa sulla ’microchippaturà dei cani - «un passo decisivo nel controllo del randagismo» - dichiara di lavorare anche «all’implementazione di questa misura, per renderla ancora più incisiva di quel che si è rivelata». Oggi sono scoppiate una serie di polemiche sul fatto che la Martini abbia impedito gli abbattimenti. Una associazione consumatori chiede a gran voce le dimissioni del sottosegretario e che sia preso qualsiasi provvedimento si renda necessario contro i randagi, compreso l'abbattimento. La Stampa (rubrica La Zampa) 17/03/2009 CITAZIONE Guerra sui randagi "Colpa dei sindaci"
Il governo: al Sud Comuni fuorilegge. Gli animalisti: norme non chiare FLAVIA AMABILE ROMA La responsabilità? È dei «sindaci del Centro-Sud» per «inattività colpevole». Francesca Martini, sottosegretario alla Salute, lo va dicendo da tempo: se in giro ci sono cani randagi la colpa è da attribuire a loro perché «il sindaco è autorità sanitaria ed è responsabile in prima persona del benessere animale e del randagismo». Sono loro a non occuparsi, come dovrebbero, «della raccolta, della coppatura e del ricovero di questi animali che sono vaganti e che vanno sterilizzati». Ma Giovanni Venticinque non ci sta. E’ il sindaco di Scicli dove due giorni fa è morto un bambino di dieci anni azzannato da un cane. Dal suo punto di vista la colpa è «dell’assenza di leggi» che, anche quando ci sono, «sono superficiali». E’ vero, non rispetta le regole, il sindaco - a Scicli non c’è un canile - ma il problema, ricorda, è la mancanza di fondi: «Il governo dia alle amministrazioni i soldi per costruire i canili». In Sicilia servirebbero anche delle leggi oltre che i soldi. Sull’isola il ritardo normativo è il più alto d’Italia. La legge nazionale del ‘91 è arrivata nove anni dopo.
E i decreti attuativi a luglio del 2007. Il risultato? Su 600 mila cani randagi più del 10% sarebbero solo in Sicilia. Aldo Grasselli, segretario nazionale dei veterinari pubblici, non si nasconde che dietro potrebbe esserci «l’ombra della mafia che ha interessi sui canili dove vengono stipati i cani per poi strozzare con le rette i Comuni». Tra accuse e controaccuse, le aggressioni proseguono. Il sottosegretario sta pensando a un provvedimento per creare partnership tra pubblico e privato. Attraverso «convenzioni» - spiega Francesca Martini - si proverà a «mettere in rete la veterinaria pubblica e privata e aumentare così la sterilizzazione dei cani randagi». Ma chi pagherebbe questa integrazione del servizio? Perché finora accade questo: i randagi costano 2-3 euro al giorno nei canili pubblici. Quando il loro numero supera la capienza del canile, dovrebbero essere trasferiti in una struttura privata ma solo in pochi casi si obbedisce alla legge, perché costerebbe due o anche tre volte di più. Colpa dei comuni? Del canile? Del governo che taglia i fondi?
Anche il Codacons, l’associazione dei consumatori, punta il dito «in primo luogo contro i Comuni» che «inventano convenzioni con canili inesistenti». Ma anche contro il sottosegretario Martini che «avrebbe dovuto finanziare adeguatamente il fondo per l’attuazione della legge 281» e poi «di Regioni, e servizi veterinari delle unità sanitarie locali che dovrebbero sottoporre a controllo sanitario le strutture». Secondo la Lav viene abbandonato un cane ogni 3 minuti. Dal loro punto di vista la responsabilità è di Comuni e Province perché «non considerano il randagismo una priorità». Se ci si concentra sul caso della morte del bambino di Scicli l’Enpa, ente per la protezione degli animali, se la prende con chi «invece di custodire e alimentare gli animali, li ha lasciati liberi sul territorio senza cibo né acqua. Per adesso risulta arrestata la persona incaricata materialmente della custodia degli animali ma con quanta leggerezza è stato fatto un affidamento così incauto a una persona oltretutto gravata da precedenti penali specifici?». E Marcella Porpora della Lav Sicilia, parla di «una generale sottovalutazione» del problema: «C’erano 40 cani, erano affidati a una sola persona ma i carabinieri sospettavano la malnutrizione degli animali, i vicini avevano più volte segnalato le fughe attraverso la recinzione». E nessuno aveva preso provvedimenti. I veterinari italiani accusano la politica perché oggi «la gestione della popolazione canina è affidata alla buona volontà dei Comuni, quando non all’improvvisazione». Secondo Carlo Scotti, presidente dell’associazione, esiste un eccesso di delega agli enti locali. E quindi chiede al ministero della Salute un coordinamento delle strutture veterinarie private. La Stampa (rubrica La Zampa) 17/03/2009 CITAZIONE Fermato l'abbattimento dei cani randagi nel ragusano
Grazie all'intervento delle associazioni animaliste e all'azione dell'On. Martini ROMA I cani randagi del ragusano per il momento potranno vivere. In una nota dell'Associazione Animalisti Italiani, viene comunicato che, grazie all'intervento di diverse associazioni e alla pronta azione dell'On Martini, Sottosegretario alla Salute, è stato bloccato l’abbattimento dei cani che era già in esecuzione. Il ricorso a tali interventi è contro la normativa vigente ( 544.bis del c.p) e da condannare duramente.
Tornando poi alla tragica vicenda in cui un bambino ha perso la vita, Ilaria Ferri, Direttore Scientifico dell’Associazione Animalisti Italiani Onlus - sottolinea le responsabilità delle amministrazioni locali che «ad oltre 18 anni della legge per la prevenzione del randagismo, evidentemente non hanno espletato i loro compiti previsti. Dal 2003, ci risulta che sono stati erogati alla Regione Sicilia per gli scopi della legge per la prevenzione del randagismo, oltre due milione di euro. Sottolineo inoltre che dallo scorso anno, la modifica della legge 281/91 prevede l’obbligatorietà dell’uso del 60% dei fondi per la sterilizzazione. E per questo l’Associazione denuncerà tutti coloro i quali si sono resi responsabili di omissione di atti d’ufficio».
«Come abbiamo suggerito al Sottosegretario - conclude la Ferri - è fondamentale avere, da ogni regione, il rendiconto su tutti i fondi erogati alle Regioni dalla legge 281/91 che il legislatore affida con il fine specifico di prevenire il randagismo. Ogni euro che non fosse stato speso in questo settore, come da volontà del legislatore, è da intendersi una distrazione di fondi pubblici e quindi un grave reato». La Stampa (rubrica La Zampa) 17/03/2009 CITAZIONE Codacons: "La Martini si dimetta"
«Considerato che è il sottosegretario alla Salute dei cittadini e non solo degli animali, ne chiediamo la rimozione» ROMA Le dichiarazioni del sottosegretario al Welfare Francesca Martini in merito al fenomeno del randagismo dei cani sono «di una gravità inaudita e dimostrerebbero che il sottosegretario considera la tutela dell’incolumità pubblica secondaria rispetto alla tutela degli animali». Lo afferma il Codacons: «Considerato che Martini è il sottosegretario alla Salute dei cittadini e non solo degli animali - sottolinea l’associazione - il Codacons ne chiede la rimozione».
Il sottosegretario alla Salute, in una dichiarazione rilasciata all'Ansa e riferendo di colloqui con il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e con il prefetto di Ragusa, aveva sostenuto: «Sottolineo l’attenzione per la tutela dell’incolumità pubblica con un’azione immediata nel rispetto delle leggi vigenti ma no alla mattanza incondizionata».
Secondo il Codacons, infatti, «è semmai da terzo mondo che un branco di cani possa andare in giro liberamente ad aggredire e ridurre in fin di vita degli esseri umani senza che questo venga impedito. Inoltre - prosegue l’associazione in una nota - è di tutta evidenza che le forze dell’ordine che stanno attualmente setacciando il territorio non possono essere oggettivamente tutte rifornite di anestetico, non essendo normalmente in dotazione».
Il Codacons, quindi, pur auspicando che i cani randagi vengano tutti catturati o anestetizzati chiede, come previsto dalle attuali normative, «l’uso di tutti i mezzi per tutelare i cittadini, ivi compreso l’abbattimento». Sul sito de La Stampa c'è un sondaggio... se volete potete partecipare, ma ve lo propongo perché sono inquietanti i risultati http://www.lastampa.it/sondaggi/cmsvota.asp?IDsondaggio=1256La cosa terrificante è il TERRORISMO psicologico che stanno facendo i mass media. Ecco trovato il nuovo nemico: i cani randagi! Ci sono articoli su quotidiani nazionali che parlano di "coprifuoco", "cani assassini", "cani killer", "turisti barricati". Sui giornali locali si parla di CANI VENUTI DALL'INFERNO. Il risultato è che la gente, terrorizzata, rischia comportamenti errati con i cani - randagi o non che siano - e guardacaso in Sicilia c'è stato un nuovo sbranamento. E ancora una volta, a pagare saranno i cani, che non hanno assolutamente colpa della loro condizione. La Repubblica 17/03/2009 CITAZIONE Sampieri, è caccia al branco di randagi ancora libero nelle campagne turisti barricati, ma i padroni dei cani sembrano ignorare il problema Nel paese dei cani assassini tra coprifuoco e nuovi assalti dal nostro inviato FRANCESCO VIVIANO
Nel paese dei cani assassini tra coprifuoco e nuovi assalti SAMPIERI (RAGUSA) - Nel paese dei cani killer c'è un coprifuoco volontario e tantissima paura. Sampieri, la località balneare tra Modica e Scicli, dove l'altro ieri Giuseppe Brafa, 10 anni, è stato sbranato da un branco di cani randagi, sembra un paese assediato dalle forze dell'ordine che cercano latitanti di mafia. Ma braccano cani, i cani assassini. I cacciatori sono carabinieri del Noe, dei Nas e di tre società di accalappiacani che hanno soltanto la difficoltà di scegliere quali acchiappare. Di cani randagi ce ne sono dovunque, per le strade, per le piazze e, soprattutto nelle trazzere e attorno alle villette isolate del litorale di Marina di Modica e Donnalucata.
Ma la vera caccia riguarda gli animali del branco che ha ucciso il piccolo Giuseppe e ferito un altro ragazzo ed un quarantenne. Sono ancora in circolazione e ieri pomeriggio i cani assassini sono tornati a seminare panico e terrore sempre a Sampieri assediando una villetta e facendo irruzione in un giardino, dove un donna di 74 anni è miracolosamente riuscita a raggiungere la porta e barricarsi in casa dando l'allarme.
Nella piazzola di sosta di Marina di Modica, a due passi dal mare, ci sono 7 roulotte e 18 cani randagi. I turisti appena calato il sole si blindano dentro. Parlano solo attraverso i finestrini, di uscire non si fidano. Edoardo Pascolani,70 anni, di Moruzzo in provincia di Udine apre l'oblò della sua roulotte dov'è rinchiuso con la moglie Carla, per rispondere alle domande. "Vengo da queste parti da 20 anni, i cani randagi ci sono stati sempre, non solo qui ma in tutte le località siciliane che abbiamo visitato. Non abbiamo mai avuto paura ma adesso, dopo quello che è successo, usciamo dalla roulotte soltanto di giorno e con i bastoni in mano".
Nella piccola ansa di Sampieri, tra un paio di barche tirate a secco c'è un altro cane, ma non è un randagio. È un Rhodesian africano tenuto al guinzaglio dal suo padrone, Giovanni, pensionato. Ma non ha la museruola. "Il mio cane non morde nessuno, non ha mai aggredito nessuno, perché debbo mettergli la museruola?", risponde.
Più in là un altro cane, un bastardino, anche lui al guinzaglio ma senza museruola. Una donna che tiene per mano un bambino chiede di tenerlo a bada perché abbaia in direzione del piccolo. Ma il padrone non si scompone: "Stia attenta a suo figlio che al cane ci penso io", risponde. Alla scena assiste il titolare del bar "Garita" sulla rotonda di Sampieri che porta sulla spiaggia. "Non c'è nessuna educazione, la colpa non è dei cani ma dei loro proprietari che portano a spasso i loro cani senza museruola e senza paletta e sacchetto per togliere dalla strada la cacca dei loro amici". E chi lo fa è considerato come uno studente secchione. Da queste parti, in tutta la Sicilia ed in particolare dal Lazio in giù, anche nelle città, in pieno centro e nelle borgate, circolano centinaia di cani randagi e quelli regolari, quelli con la medaglietta di riconoscimento, in maggioranza sono senza museruola.
A piazza Politeama, la più centrale di Palermo, al semaforo ci sono decine di vigili urbani ed altrettanti cani. Sostano all'incrocio dei semafori, abbaiano ed inseguono ciclisti e motociclisti. Sotto i portici di qualunque città del sud bivaccano seminomadi che chiedono qualche spicciolo mostrando cani che allattano nidiate di cuccioli, sotto gli occhi di tutti, di vigili, poliziotti, carabinieri. Nessuno interviene. Soltanto quando accadono incidenti, come quello mortale di Sampieri, ci si accorge che i cani randagi possono trasformarsi in assassini.
E ieri i carabinieri hanno compiuto un altro sopralluogo in quello che tutti chiamano canile, ma che è una vera e propria discarica, dov'era ospitato, su ordine della magistratura quel branco di cani di randagi. La stessa magistratura che adesso ha aperto un inchiesta, ha fatto arrestato il "custode giudiziario" di quel canile che prima nessuno aveva mai ispezionato. Scoprendo che quei cani venivano nutriti con la carne morta di altri cani e che non c'era nessuna norma di sicurezza e igienica rispettata.
(17 marzo 2009) Ecco il vergognoso articolo "Come cani venuti dall'inferno...": http://www.guidasicilia.it/do/news/34069/c...uti-dallinfernoConcludo con un retroscena poco noto. Ora sono stati tagliati i fondi per la prevenzione del randagismo. Ma fin quando circolavano soldi, c'erano associazioni che giravano (e non è detto che non girino ancora) per l'Italia - soprattutto il Sud Italia - con "ambulanze" e mezzi mobili di vari tipo, arrangiati e talvolta nemmeno autorizzati, a sterilizzare randagi. Tutto questo non per il bene dei cani naturalmente, ma per riempire il portafogli dei dirigenti di tali associazioni grazie alle cospicue convenzioni. Queste sterilizzazioni erano poi fatte in numero esiguo... se non quando non venivano fatte proprio del tutto (o bloccate dai Carabinieri per via delle numerose irregolarità)... Insomma il randagismo in realtà faceva comodo, in primis a chi dei randagi doveva occuparsene e doveva (faceva finta di) difenderli E dire che il sistema di sterilizzare e rilasciare sul territorio è la miglior cosa per tutti, sia perché è il sistema più efficace e umano di combattere il randagismo, sia perché così nessuno avrebbe potuto lucrare sui canili e gestirli come lager... Non so come andrà a finire questa storia... spero solo non come in Romania Questa volta sono molto preoccupato.
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